Con la partecipazione della sig.ra Fatou Bensouda, procuratore aggiunto, Corte Penale Internazionale, e il sig. Wiliam Pace, Directore esecutivo di World Federalist Movement e Presidente della Coalition for the International Criminal Court.
Lo statuto di Roma del 1998 della Corte Penale Internazionale è descritto dai leader mondiali come parte delle più grandi proiezioni nella storia del primato della Legge, questa viene compromettere la responsabilità degli individui, indipendentemente di chi sia, o da quale ha occupato, in materia di crimini riguardanti il diritto internazionale: i crimini di guerra, i crimini contro l'umanità ed il genocidio. I diritti dell'Uomo erano già stati dichiarati universali, e la Comunità Internazionale non poteva più restare immobile di fronte alla violenza, cosi dopo molti crimini internazionali perpetrati in po’ in tutto il mondo, l'ONU ha instaurato tribunali internazionali:
- La Corte Penale Internazionale per il Ruanda
- La Corte Penale speciale per la Sierra Leone
- La Corte speciale per il Libano
- La Corte speciale per l'ex Yugoslavia.
La Responsabilità di Proteggere, come Principio, e la Corte Penale Internazionale sono due nuovi strumenti che sono venuti ad avvantaggiare la prevenzione delle atrocità di massive di cui sono responsabili gli Stati e gli individui.
La Responsabilità di Protezione:
La Responsabilità di Protezione è compresa nelle risoluzioni delle nazioni unite; questa riveste la responsabilità degli Stati e della Comunità Internazionali con la mediazione delle Nazioni Unite in caso di crimini di guerra, crimini contro l'umanità e genocidio. Essa è una norma ancora e non una legge internazionale, ed integra 3 elementi principali: la responsabilità in materia di prevenzione, di reazione e di ricostruzione.
Incombe in primo luogo allo Stato la responsabilità di proteggere i suoi cittadini; in caso d'astensione, il Consiglio di Sicurezza si prende questa responsabilità come organo custode della pace suprema.
Tuttavia, questo stesso Consiglio soffre per le implicazioni del principio della non ingerenza e del diritto di veto che dispongono alcuni paesi a sapere: gli Stati Uniti, la Russia, la Francia, la Cina, il Regno Unito. Se i membri delle Nazioni Unite rinunciano al diritto di veto in caso di crimini, genocidio si darà una grande proiezione verso la regressione di questi crimini. È necessario organizzare un concetto di solidarietà tra la società civile e il Parlamento che hanno un primato sulla scena internazionale per far si che l'essere umano sia al centro di qualsiasi preoccupazione; una solidarietà che non si limiti alle frontiere, ma si faccia presente dove esiste una necessità umana. La responsabilità di proteggere è uno slancio per la promozione dei Diritti dell'Uomo; è anche un mezzo per istruire e prevenire
La Corte Penale Internazionale:
La Corte Penale Internazionale è la prima corte penale internazionale permanente, creata per conoscere “i crimini più gravi in materia internazionale” è stata creata dal Trattato di Roma firmato il 17 luglio 1998 dalla Conferenza diplomatica di Plenipotenziari delle Nazioni Unite e che definisce lo Statuto della Corte Penale Internazionale. Nell’attualità 107 paesi hanno ratificato il Trattato di Roma. Il concetto di CPI mira ad incoraggiare i sistemi giudiziari nazionali a condurre le loro indagini, azioni giudiziarie; la CPI non interviene che in ultima possibilità, qualora i paesi non dispongano delle infrastrutture necessarie per condurre quest'azioni.
Esiste una relazione triangolare tra Sicurezza – Sviluppo - Diritti dell'uomo, quest'interdipendenza, permette di avere una pace integrata.
Per quanto riguarda alle competenze della CPI, solo gli stati hanno la qualità per presentarsi dinanzi alla Corte, questa ha capacità per giudicare solo gli individui, ma non gli stati facenti parte della Corte Internazionale di Giustizia.
La sua competenza per la materia riguarda: i crimini di guerra, crimini contro l'umanità, crimini di genocidio e crimini d'aggressione (art. 5 dello Statuto).
La Corte è competente soltanto se una delle tre condizioni seguenti si verificata:
- L'imputato ha la nazionalità di uno Stato sottoscrivente dello Statuto o che accetta la giurisdizione della CPI in questo caso,
- Il crimine è stato commesso sul territorio di uno Stato sottoscrivente dello Statuto o che accetta la giurisdizione della CPI in questo caso,
- Il Consiglio di sicurezza ha afferrato il procuratore ai sensi del capitolo VII.
In virtù del principio di complementarità, gli stati conserveranno a titolo principale la responsabilità di proseguire e giudicare i crimini i più gravi: la CPI sarà competente soltanto in caso di mancanza o di avversa volontà degli Stati.
La sua composizione: è composta da esperti di Stati che hanno ratificato il Trattato.
Occorre notare che il procuratore ha un potere eccezionale poiché può di sua iniziativa svolgere prosecuzioni.
La protezione delle vittime e dei testimoni:
Esiste al seno della CPI un'unità speciale destinata alle vittime e ai testimoni dei crimini di guerra e di genocidio; quest'unità e destinata a valutare il livello di protezione necessaria. E può servirsi dei programmi ed i metodi di protezioni come l'anonimato o il diritto d'esilio. La CPI sollecita anche la collaborazione dei governi per garantire questa protezione.
Lo statuto di Roma del 1998 della Corte Penale Internazionale è descritto dai leader mondiali come parte delle più grandi proiezioni nella storia del primato della Legge, questa viene compromettere la responsabilità degli individui, indipendentemente di chi sia, o da quale ha occupato, in materia di crimini riguardanti il diritto internazionale: i crimini di guerra, i crimini contro l'umanità ed il genocidio. I diritti dell'Uomo erano già stati dichiarati universali, e la Comunità Internazionale non poteva più restare immobile di fronte alla violenza, cosi dopo molti crimini internazionali perpetrati in po’ in tutto il mondo, l'ONU ha instaurato tribunali internazionali:
- La Corte Penale Internazionale per il Ruanda
- La Corte Penale speciale per la Sierra Leone
- La Corte speciale per il Libano
- La Corte speciale per l'ex Yugoslavia.
La Responsabilità di Proteggere, come Principio, e la Corte Penale Internazionale sono due nuovi strumenti che sono venuti ad avvantaggiare la prevenzione delle atrocità di massive di cui sono responsabili gli Stati e gli individui.
La Responsabilità di Protezione:
La Responsabilità di Protezione è compresa nelle risoluzioni delle nazioni unite; questa riveste la responsabilità degli Stati e della Comunità Internazionali con la mediazione delle Nazioni Unite in caso di crimini di guerra, crimini contro l'umanità e genocidio. Essa è una norma ancora e non una legge internazionale, ed integra 3 elementi principali: la responsabilità in materia di prevenzione, di reazione e di ricostruzione.
Incombe in primo luogo allo Stato la responsabilità di proteggere i suoi cittadini; in caso d'astensione, il Consiglio di Sicurezza si prende questa responsabilità come organo custode della pace suprema.
Tuttavia, questo stesso Consiglio soffre per le implicazioni del principio della non ingerenza e del diritto di veto che dispongono alcuni paesi a sapere: gli Stati Uniti, la Russia, la Francia, la Cina, il Regno Unito. Se i membri delle Nazioni Unite rinunciano al diritto di veto in caso di crimini, genocidio si darà una grande proiezione verso la regressione di questi crimini. È necessario organizzare un concetto di solidarietà tra la società civile e il Parlamento che hanno un primato sulla scena internazionale per far si che l'essere umano sia al centro di qualsiasi preoccupazione; una solidarietà che non si limiti alle frontiere, ma si faccia presente dove esiste una necessità umana. La responsabilità di proteggere è uno slancio per la promozione dei Diritti dell'Uomo; è anche un mezzo per istruire e prevenire
La Corte Penale Internazionale:
La Corte Penale Internazionale è la prima corte penale internazionale permanente, creata per conoscere “i crimini più gravi in materia internazionale” è stata creata dal Trattato di Roma firmato il 17 luglio 1998 dalla Conferenza diplomatica di Plenipotenziari delle Nazioni Unite e che definisce lo Statuto della Corte Penale Internazionale. Nell’attualità 107 paesi hanno ratificato il Trattato di Roma. Il concetto di CPI mira ad incoraggiare i sistemi giudiziari nazionali a condurre le loro indagini, azioni giudiziarie; la CPI non interviene che in ultima possibilità, qualora i paesi non dispongano delle infrastrutture necessarie per condurre quest'azioni.
Esiste una relazione triangolare tra Sicurezza – Sviluppo - Diritti dell'uomo, quest'interdipendenza, permette di avere una pace integrata.
Per quanto riguarda alle competenze della CPI, solo gli stati hanno la qualità per presentarsi dinanzi alla Corte, questa ha capacità per giudicare solo gli individui, ma non gli stati facenti parte della Corte Internazionale di Giustizia.
La sua competenza per la materia riguarda: i crimini di guerra, crimini contro l'umanità, crimini di genocidio e crimini d'aggressione (art. 5 dello Statuto).
La Corte è competente soltanto se una delle tre condizioni seguenti si verificata:
- L'imputato ha la nazionalità di uno Stato sottoscrivente dello Statuto o che accetta la giurisdizione della CPI in questo caso,
- Il crimine è stato commesso sul territorio di uno Stato sottoscrivente dello Statuto o che accetta la giurisdizione della CPI in questo caso,
- Il Consiglio di sicurezza ha afferrato il procuratore ai sensi del capitolo VII.
In virtù del principio di complementarità, gli stati conserveranno a titolo principale la responsabilità di proseguire e giudicare i crimini i più gravi: la CPI sarà competente soltanto in caso di mancanza o di avversa volontà degli Stati.
La sua composizione: è composta da esperti di Stati che hanno ratificato il Trattato.
Occorre notare che il procuratore ha un potere eccezionale poiché può di sua iniziativa svolgere prosecuzioni.
La protezione delle vittime e dei testimoni:
Esiste al seno della CPI un'unità speciale destinata alle vittime e ai testimoni dei crimini di guerra e di genocidio; quest'unità e destinata a valutare il livello di protezione necessaria. E può servirsi dei programmi ed i metodi di protezioni come l'anonimato o il diritto d'esilio. La CPI sollecita anche la collaborazione dei governi per garantire questa protezione.