domenica 14 settembre 2008

“Attaccare le aggressioni ai Diritti dell'Uomo: prevenzione, responsabilità”. Seminario

Con la partecipazione della sig.ra Fatou Bensouda, procuratore aggiunto, Corte Penale Internazionale, e il sig. Wiliam Pace, Directore esecutivo di World Federalist Movement e Presidente della Coalition for the International Criminal Court.
Lo statuto di Roma del 1998 della Corte Penale Internazionale è descritto dai leader mondiali come parte delle più grandi proiezioni nella storia del primato della Legge, questa viene compromettere la responsabilità degli individui, indipendentemente di chi sia, o da quale ha occupato, in materia di crimini riguardanti il diritto internazionale: i crimini di guerra, i crimini contro l'umanità ed il genocidio. I diritti dell'Uomo erano già stati dichiarati universali, e la Comunità Internazionale non poteva più restare immobile di fronte alla violenza, cosi dopo molti crimini internazionali perpetrati in po’ in tutto il mondo, l'ONU ha instaurato tribunali internazionali:
- La Corte Penale Internazionale per il Ruanda
- La Corte Penale speciale per la Sierra Leone
- La Corte speciale per il Libano
- La Corte speciale per l'ex Yugoslavia.
La Responsabilità di Proteggere, come Principio, e la Corte Penale Internazionale sono due nuovi strumenti che sono venuti ad avvantaggiare la prevenzione delle atrocità di massive di cui sono responsabili gli Stati e gli individui.
La Responsabilità di Protezione:
La Responsabilità di Protezione è compresa nelle risoluzioni delle nazioni unite; questa riveste la responsabilità degli Stati e della Comunità Internazionali con la mediazione delle Nazioni Unite in caso di crimini di guerra, crimini contro l'umanità e genocidio. Essa è una norma ancora e non una legge internazionale, ed integra 3 elementi principali: la responsabilità in materia di prevenzione, di reazione e di ricostruzione.
Incombe in primo luogo allo Stato la responsabilità di proteggere i suoi cittadini; in caso d'astensione, il Consiglio di Sicurezza si prende questa responsabilità come organo custode della pace suprema.
Tuttavia, questo stesso Consiglio soffre per le implicazioni del principio della non ingerenza e del diritto di veto che dispongono alcuni paesi a sapere: gli Stati Uniti, la Russia, la Francia, la Cina, il Regno Unito. Se i membri delle Nazioni Unite rinunciano al diritto di veto in caso di crimini, genocidio si darà una grande proiezione verso la regressione di questi crimini. È necessario organizzare un concetto di solidarietà tra la società civile e il Parlamento che hanno un primato sulla scena internazionale per far si che l'essere umano sia al centro di qualsiasi preoccupazione; una solidarietà che non si limiti alle frontiere, ma si faccia presente dove esiste una necessità umana. La responsabilità di proteggere è uno slancio per la promozione dei Diritti dell'Uomo; è anche un mezzo per istruire e prevenire
La Corte Penale Internazionale:
La Corte Penale Internazionale è la prima corte penale internazionale permanente, creata per conoscere “i crimini più gravi in materia internazionale” è stata creata dal Trattato di Roma firmato il 17 luglio 1998 dalla Conferenza diplomatica di Plenipotenziari delle Nazioni Unite e che definisce lo Statuto della Corte Penale Internazionale. Nell’attualità 107 paesi hanno ratificato il Trattato di Roma. Il concetto di CPI mira ad incoraggiare i sistemi giudiziari nazionali a condurre le loro indagini, azioni giudiziarie; la CPI non interviene che in ultima possibilità, qualora i paesi non dispongano delle infrastrutture necessarie per condurre quest'azioni.
Esiste una relazione triangolare tra Sicurezza – Sviluppo - Diritti dell'uomo, quest'interdipendenza, permette di avere una pace integrata.
Per quanto riguarda alle competenze della CPI, solo gli stati hanno la qualità per presentarsi dinanzi alla Corte, questa ha capacità per giudicare solo gli individui, ma non gli stati facenti parte della Corte Internazionale di Giustizia.
La sua competenza per la materia riguarda: i crimini di guerra, crimini contro l'umanità, crimini di genocidio e crimini d'aggressione (art. 5 dello Statuto).
La Corte è competente soltanto se una delle tre condizioni seguenti si verificata:
- L'imputato ha la nazionalità di uno Stato sottoscrivente dello Statuto o che accetta la giurisdizione della CPI in questo caso,
- Il crimine è stato commesso sul territorio di uno Stato sottoscrivente dello Statuto o che accetta la giurisdizione della CPI in questo caso,
- Il Consiglio di sicurezza ha afferrato il procuratore ai sensi del capitolo VII.
In virtù del principio di complementarità, gli stati conserveranno a titolo principale la responsabilità di proseguire e giudicare i crimini i più gravi: la CPI sarà competente soltanto in caso di mancanza o di avversa volontà degli Stati.
La sua composizione: è composta da esperti di Stati che hanno ratificato il Trattato.
Occorre notare che il procuratore ha un potere eccezionale poiché può di sua iniziativa svolgere prosecuzioni.
La protezione delle vittime e dei testimoni:
Esiste al seno della CPI un'unità speciale destinata alle vittime e ai testimoni dei crimini di guerra e di genocidio; quest'unità e destinata a valutare il livello di protezione necessaria. E può servirsi dei programmi ed i metodi di protezioni come l'anonimato o il diritto d'esilio. La CPI sollecita anche la collaborazione dei governi per garantire questa protezione.

sabato 13 settembre 2008

Fatou Bensouda

Fatou Bensouda è dal settembre 2004, procuratore aggiunto dell'Assemblea degli Stati parti, ed è responsabile della Divisione delle prosecuzioni dell'Ufficio del procuratore del Tribunale Penale Internazionale. Prima della sua elezione, la signora Bensouda era consulente giuridico e sostituto del procuratore al tribunale penale per il Ruanda ad Arusha, in Tanzania, prima di diventare consulente giuridico principale e capo del gruppo di consigli giuridici. Prima di raggiungere la TPIR è stata presidente di una grande banca commerciale in Gambia. Tra il 1987 ed il 2000, è stata successivamente primo consulente principale dello Stato, direttore aggiunto del Pubblico Ministero, aggiunto al Procuratore Generale, Segretario giuridico della Repubblica, Procuratore generale del Ministro della Giustizia.

Simone Veil

Simone Veil è presidente del Consiglio di direzione del fondo d'incarico speciale per le vittime di crimini commessi in violazione del diritto penale internazionale, e le loro famiglie. Prima, è stata presidente della fondazione in memoria del Shoah dal 2000 al 2007. Ha occupato molti posti ministeriali nel governo francese. Da febbraio 1998 a marzo 2007, ha lavorato al Consiglio costituzionale, su nomina del Presidente del Senato. Nel 1993, è stata nominata Ministro di Stato per gli affari sociali, la salute e le città. Dal 1983 al 1986, era membro del Comitato internazionale dei diritti dell'uomo, presieduto dal principe Hassan della Giordania. Tra il 1979 ed il 1982, è stata la prima donna presidente del Parlamento europeo, ed ha presieduto più tardi la Commissione delle leggi di quest'istituzione. Veil è fra le personalità più coraggiose, più potenti e più influenti dei nostri tempi. A 17 anni, con la sua famiglia è stata deportata dalle truppe d'occupazione tedesche a Auschwitz ed a Bergen-Belsen, dove ha perso la sua madre. Quest'esperienza tragica gli ha dato la forza di condurre una vita esemplare ed è all'origine dei suoi numerose attuazioni. Nel 1997, è stata nominata ufficiale dell'ordine dell'impero britannico. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti di governi e d'organizzazione di paesi come il Belgio, il Canada, la Francia, la Germania, l’Israele, l'Italia, la Spagna e gli Stati Uniti. Ha ricevuto anche molti dottorati honoris causa, in particolare dell'Università di Princeton negli Stati Uniti e dell'Università di Cambridge in Regno Unito.
* Informazione presa del materiale della conferenza.

venerdì 12 settembre 2008

Ingrid Betancourt

Ingrid Bentancourt, politico, è cresciuta tra Bogotà e Parigi, dove suo padre è stato ambasciatore della Colombia presso l’UNESCO. Dopo gli studi di scienze politiche a Parigi,sposa un diplomatico francese. Torna in Colombia e si impegnata nel Ministero delle finanze all'età di 29 anni. Eletta deputato nel 1994 su un programma di lotta contro la corruzione, e Senatore nel 1998, affronta il traffico di cocaina che devastava il paese abbattuto da più di quaranta anni di guerra civile, ha denunciato i leader compromessi con la mafia. Nel 1998, ha creato il suo partito, Oxygeno. Candidata ecologista nell’elezioni presidenziali, Ingrid Betancourt è stata sequestrata il 23 febbraio 2002 dalle FARC - le Forze armate rivoluzionarie della Colombia, il principale movimento di guerriglia in questo paese. E’ liberata nel luglio 2008 dopo sei anni e mezzo di sequestro nella giungla colombiana in condizioni sanitarie e alimentaria estremamente dure *.
* Informazioni prese da materiale distribuito nella Conferenza.

Chiusura della Conferenza

La 61° Conferenza delle Organizzazioni non Governative in associazione con il Dipartimento dell'informazione delle Nazioni Unite sul tema: “Riaffermare i Diritti dell'Uomo per tutti. La Dichiarazione Universale a 60 anni” si è conclusa dopo 3 giorni di riflessione intensa in uno spirito di collaborazione, con la determinazione più che mai delle ONG e della società civile a condurre le loro azioni nella lotta per la promozione dei diritti dell'uomo; ciò che fa il successo di questo grande evento mondiale e consolida lo spirito dei primi difensori dei diritti dell'uomo. Secondo l'ambasciatore Hessel, c'è soltanto una sola Dichiarazione Universale, indicò che “Organizzazioni non Governative” significa che non ci sono soltanto i governi a difendere i diritti delle popolazioni; questa responsabilità spetta anche al popolo, cosi ai non governativi. Benché le ONG non possono sostituirsi allo Stato, queste hanno il dovere di ricordare agli Stati le loro responsabilità. 537 ONGS venute da tutto il mondo hanno partecipato a questa conferenza e si sono impiegate in molti settori.

La chiusura fu segnata dall'intervento in diretta, per video di Ingrid Betancourt che ha sottolineato l'importanza della parola: questo strumento che permette di toccare i cuori ed esprimere la nostra fede, il nostro stato, dalle armi; e che la violazione dei diritti dell'uomo è un germe che portiamo tutti; si può ad un certo momento dimenticare i nostri principi, all'interno di noi c'è sempre il rischio di diventare mostri. La dignità umana non può essere difesa nell'indifferenza, che costituisce il principale ostacolo al processo di lotta, seguita dal timore. Il ruolo della Dichiarazione Universale è innegabile; il suo contenuto rappresenta i mezzi per potere vivere in Comunità, per potere salvare le vite. La Dichiarazione non è soltanto un'utopia, ma una realtà. Nella riaffermazione dei Diritti dell'Uomo le ONG si sentono tutte interessate. Dal 1948 ai nostri giorni si sono fatti dei progressi, ma in questi ultimi anni un certa ossessione da parte degli stati in materia di Sicurezza, si vede la regressione di alcuni trattamenti crudeli e degradanti come la tortura, la pena di morte. Oggi, si è passati da 2/3 a 1/3 i paesi che praticano la pena di morte; la nozione d'impunità non esiste più, è questione ormai di responsabilizzare gli autori dei crimini di guerra, crimini contro l'umanità e di genocidio; il riconoscimento in alcuni paesi dei diritti delle donne, dei disabili e dei bambini. Oltre alla commemorazione della dichiarazione, il tempo è dato più all'azione; c'è una grande necessità oggi di informare ed essere informato, di indagare, istruire, combattere il pensiero unico e denunciare i danni ai Diritti dell'Uomo. Numerose sfide rimangono ancora, l'aumento della popolazione mondiale, l'instabilità del pianeta, le grandi forze economiche e finanziarie.

giovedì 4 settembre 2008

Hôtel de Ville. Comune di Parigi.

In occasione del 60° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, il Sig. Bertrand Delanoë, Sindaco di Parigi, e il Dipartimento dell’Informazione delle Nazioni Unite hanno invitato ai partecipanti alla Conferenza ad un ricevimento d’apertura, nei Saloni dell’Hotel de Ville. Nell’evento le autorità hanno risaltato l’importanza che da il governo parigino ai Diritti dell’Uomo, ed il significato di Parigi come città che ha visto nascere la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo.

Difendere la Dichiarazione Universale de Diritti dell’Uomo.

Mercoledì. 16 :30 – 18 :00.
Si sono svolte diverse sessioni break – out sussidiare alla tavola rotonda: Difendere la Dichiarazione Universale de Diritti dell’Uomo, tra queste:

Difendere i diritti dell'uomo per tutti
“Le sfide che affrontano i difensori dei diritti di l’uomo a livello locale per mantenere il universalità dei diritti di l uomo”.
Con la partecipazione del presidente della Federazione internazionale delle unioni dei diritti dell'uomo (FIDH) la signora Souhayr Belhassen ed il sig. Stéphane Hessel difensore appassionato dei diritti dell'uomo.
60 anni dopo la dichiarazione universale, numerose sfide rimangono ancora da dipendere da parte dei difensori dai diritti di l uomo; queste sfide riguardano l'azione, il universalità ed il indivisibilità dei diritti umani, la loro attuazione e la loro efficacia. Si tratta di un combattimento permanente, difficile e rischioso: molti difensori subiscono minacce, prosecuzioni, delle molestie al punto di perdere a volte la loro vita.
Le difficoltà che scontrano sono legate a livello internazionale con l'adozione nell'ambito di alcune istituzioni internazionali come l'Unione Europea, delle convenzioni rigide al riguardo di alcuni strati della società come i minori. A livello nazionale, sono legate all'assenza di una vera democrazia, della presa delle misure discriminatorie da parte di alcuni stati. A queste difficoltà si aggiunge l'arrivo del 11 settembre 2001; che ha contribuito soprattutto al freno della proiezione dei Diritti dell'Uomo: gli stati evocano ormai la lotta contro il terrorismo, la protezione della sicurezza nazionale per contrastare l'azione dei difensori.
Nonostante l'allargamento degli stati membri delle Nazioni Unite si nota una riserva della maggioranza di loro a difendere i Diritti di l’Uomo; le istituzioni internazionali non fanno il loro dovere in materia di sviluppo: sviluppo che includa i diritti sociali ed economici.
Questo difficile combattimento è esaltante e porta piano, piano dei frutti; nonostante gli ostacoli alla promozione dei Diritti di l’Uomo, i movimenti di difese dei Diritti de l’Uomo portano alla speranza: un reale movimento di rivendicazione è sorto con l'appoggio dei meccanismi internazionali, una reale lotta contro l`impunità si è instaurata. La raccolta ed il raggruppamento degli sforzi, la mutua assistenza tra questi vari movimenti consolideranno sempre più questa lotta.

“I Diritti delle donne sono i Diritti umani”. Gruppi di lavoro

La 61° Conferenza delle Nazioni Unite ha avuto quest’anno la partecipazione di un importante numero di Organizzazioni Non Governative che sostengono la lotta dei Diritti delle donne. Per tali ONG questa rappresenta l’opportunità di condividere le loro esperienze, e le loro difficoltà con l’obbiettivo di interagire tra di loro, ai fini di diffondere più ampiamente la loro causa. Gli obbiettivi delle ONG variano da un paese all’altro, di un continente all’altro.Le donne costituiscono la base della famiglia e ogni giorno, loro sono oggetto di discriminazioni, d’ingiustizie; queste si osservano in tutti i piani: sia nel piano familiare, sia nel piano professionale. In Germania ad esempio 11% del personale di salute ha conosciuto un caso di violenza. Le violenze fatte alle donne sono di diversi ordine: fisica, sessuale, psicologica e verbale. A questo si aggiunge l’impatto della guerra, del genocidio, del traffico umano.L’assenza di un sistema de protezione e prevenzione dei casi di violenza aiuta a che la maggior parte delle vittime rimangano in silenzio.Anche se le istituzioni nazionali sono responsabili dell’uguaglianza di tutti, facilmente si più costatare che nella pratica è assente. De la stessa maniera, la assenza dell’informazione e dell’educazione è un vero ostacolo: nella regione di Bassin Victoria in Africa molti sono i bambini che non festeggiano il primo compleanno perché malati di paludismo, anche se i medicamenti sono gratuiti.L’aspirazione di questi differenti movimenti di contrasto è far riconoscere la dignità delle donne come essere umani, e membri della società. Rappresenta un richiamo alla pace e contro la guerra; contro il silenzio del servizio, contro l’interesse personale, contro il sostegno alle raccomandazioni e non al merito, alla cooperazione contro la competizione; alla tolleranza contra i rancori.Ancora rimane tanto da fare in materia di protezione e di divulgazione dei diritti delle donne. La 61° conferenza ha come indirizzo il dinamizzare tutt’oggi, i compiti di uno e dell’altro nella difesa dei Diritti umani; in questo senso già la massiva partecipazione delle ONG “feministe” è un passo importante da precisare.

mercoledì 3 settembre 2008

Inizia la 61° Conferenza annuale.

La sede dell'Unesco a Parigi ha ricevuto le Delegazione delle ONG e i Rappresentanti delle Nazioni Unite per dare inizio alla 61° Conferenza annuale delle Organizzazioni Non Governative in associazione con il Dipartimento de l'informazione delle Nazioni Unite, che si svolgerà dal 3 al 5 Settembre. La Conferenza ha come titolo: "Riaffermare i Diritti dell'Uomo per tutti". La Dichiarazione Universale ai 60 anni.
Il Benvenuto è stato a carico di Kiyo Akasaka, Secretario Generale aggiunto alla Comunicazione e all'informazione chi prima di iniziare ha chiesto un minuto di silenzio in memoria delle vittime dell'incidente aereo successo nel Congo, dove viaggiava un gruppo di persone di azione umanitaria. Posteriormente si sono presentanti i saluti della Segretaria dello Stato francese agli affari esteri e ai Diritti dell'Uomo, Sig.ra Rama Yade, chi ha enunziato la preoccupazione della Francia e dell'UE in tema di Diritti dell'Uomo.
Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Sig. Ban Ki-moon ha fatto arrivare il suo saluto via video. Ha segnalato: "Le organizzazioni non governative e i rappresentanti delle società civili sono i migliori posizionati per far conoscere i Diritti dell'Uomo alle comunità, immersi nella povertà e in situazione di precarietà, tra le donne e le giovane private d'educazione e vittime di servizi, e altri gruppi chi sono al centro di sistematiche discriminazioni, come minorità religiosa ed etnica, gli autoctoni e le persone portatori di handicap."Della stessa maniera il Presidente dell'Assamblea Generale delle Nazioni Unite, Sig. Srgjan Kerim ha fatto arrivare il suo saluto, ed ha ricordato l'importanza di tutte le persone nel mondo, e il ruolo essenziale delle ONG.Di seguito si sono presentati i saluti del Direttore Generale dell'UNESCO, Sig. Koïchiro Matsuura; del Direttore della Divisione del Consiglio dei Diritti dell'Uomo e di Trattati all'Alto Commissariato, Sig. Bacre Ndiaye; dell'invitata d'onore Sig.ra Simone Veil, et per l'ultimo della Sig.ra Shamina de Gonzaga, Presidente della 61° Conferenza, chi ha rilevato i cambiamenti di quest'anno: sede, lingua e parteners. E ha invitato alla partecipazione dei diversi gruppi di lavoro e tavole rotonde.